»LIMONOW«


von
Emmanuel Carrère



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Emmanuel Carrère a Cortina:
«Racconto le vite degli altri»

L'autore di «Limonov» a «Una Montagna di Libri»

Emmanuel Carrère è abbronzato dal sole delle Dolomiti. A Cortina scia, si riposa e parla dei suoi libri nell'unica data italiana scelta per incontrare i suoi lettori, nell'ambito della kermesse letteraria «Una Montagna di Libri». «Non mettevo gli sci da dieci anni — rivela lo scrittore —, ma a queste montagne non ho potuto resistere». Sorridente, affabile, jeans e maglioncino blu, lo sguardo profondo di chi sa guardare dentro «le vite degli altri», lo scrittore francese Emmanuel Carrère si racconta a ruota libera. A Cortina per qualche giorno con la famiglia, Carrère, scrittore-mito della letteratura contemporanea, venerdì pomeriggio è stato protagonista dell’incontro organizzato da «Una Montagna di Libri» e moderato da Francesco Chiamulera all’Hotel Miramonti, con la collaborazione di Paolo Noseda.

Sala affollata per l’evento di punta di questa edizione della kermesse e pubblico entusiasta. Difficile non restare conquistati, oltre che dai suoi libri, come Limonov (Adelphi), autentico caso letterario, o «L’avversario» (Adelphi), anche dalla persona-Carrère: schietto, profondo. Forse in questa semplicità da amico della porta accanto sta il segreto del Carrère-scrittore e della sua capacità, unica, di entrare nelle vite di personaggi noti o sconosciuti e creare romanzi-biografia trascinanti. Carrère sorseggia una tazza di tè in un salottino del Miramonti. «AmoCortina, queste montagne, la baita sul lago dove ho cenato ieri sera e anche questo hotel, mi piace tutto qui».

— Eduard Limonov è diventato una sorta di eroe romantico dopo l’uscita del suo libro, merito dello scrittore o del personaggio?

— Scrivo autobiografie come fossero romanzi e spero che questo piaccia. Ma il contratto con il lettore è sempre molto chiaro: quello che legge è la verità che ho visto io, con i miei limiti e i miei pregiudizi, non la verità assoluta. E la presenza del narratore come figura sempre evidente è importante nei miei libri proprio per questo, non perché sono un narcisista senza speranza. Ho scritto per molti anni romanzi di fantasia poi ho sentito l'urgenza di raccontare storie vere, persone esistenti, forse più avanti cambierò ancora, ma per adesso è questo che voglio fare.

— È vero che Limonov adesso vuole intervenire nel conflitto ucraino mettendosi a capo delle truppe filo-Putin in Crimea?

— Conoscendo Limonov, che tra l’altro è ucraino, e sapendo che lui è sempre stato contro l’ingresso dell'Ucraina in Europa, penso che nel suo intimo sia dalla parte di Putin, ma poiché per definizione vuole fare il ribelle, non lo possa sostenere pubblicamente. Però se Limonov fosse nei panni di Putin sarebbe anche peggio di lui, riaprirebbe i gulag.

— Come sceglie i personaggi di cui occuparsi?

— Devono essere personaggi molto lontani da me, altre vite appunto. C’è sempre un po’ anche l’idea di poter essere io e nessun altro a raccontare quella storia…nel caso di Jean-Claude Romand che sterminò la sua famiglia e di cui narro nel romanzo «L’avversario», è stata una vicenda così buia, difficile e dolorosa che ci ho messo anni, è stato uno sforzo doloroso, ero consapevole di scrivere una storia radioattiva, che avrebbe potuto contaminarmi come le radiazioni. Un’esperienza terribile, che non rifarei.

— Riguardo ai suoi romanzi si è parlato di autofiction, si riconosce in questa definizione?

— Quello che scrivo non sono cose finte, non hanno nulla a che vedere con la fiction, preferisco chiamarle autobiografie. Anche se in realtà sono romanzi.

— Resta in contatto con i personaggi che racconta?

— Con Limonov ci sentiamo ogni tanto, quando vado a Mosca ci vediamo, ma non siamo amici. Non c’è la complicità dell’amicizia, che avrebbe reso complesso scriverne. Molte delle cose che ho scritto con il libro lui non le approva, non sono in linea con ciò che crede di essere.

— C’è qualcuno in Italia che potrebbe ispirarla per un prossimo romanzo?

— In realtà non conosco nessuno così bene in Italia per potermi interessare alla sua storia.

Scriverebbe un libro su Berlusconi?

— Perché no? Ma penso che molte altre persone potrebbero farlo meglio di me. E poi la sua vita è già così di dominio pubblico…

— Conosce il nuovo premier Renzi? Ne scriverebbe?

— L’ho conosciuto due anni fa a Firenze quando sono andato a ritirare un premio letterario. Mi è sembrata una persona gentile, dinamica, capace di comunicare. Anche la stampa francese ne parla bene, ma più di questo non saprei dire.

— Cortina o il Veneto potrebbero diventare l’ambientazione di un suo libro?

— Forse un giorno. La montagna mi piace moltissimo, soprattutto d’estate. Di solito vado in Svizzera,masono contento di avere scoperto la bellezza delle Dolomiti.

— Quando ha capito che sarebbe diventato uno scrittore?

— Ho scritto il mio primo romanzo a 20 anni, ma mi è stato rifiutato da tutte le case editrici. E hanno fatto bene, era veramente brutto. Anche il mio secondo libro ha ricevuto parecchi no, poi un editore l’ha pubblicato, ma non ne sono fiero, era brutto anche quello. Però se un giovane vuole fare lo scrittore, deve perseverare, non fermarsi ai «no».

— Ci sono scrittori italiani che hanno influenzato la sua formazione?

— Da giovane ho letto molto gli autori italiani, mi piacciono Italo Calvino, Leonardo Sciascia, Italo Svevo: La coscienza di Zeno è uno dei miei libri preferiti in assoluto. Tra gli autori contemporanei mi piace soprattutto Sandro Veronesi». Quando leggeremo il suo prossimo libro? «Sto finendolo in questi giorni, entro un mese spero sia completato. Uscirà in Francia il prossimo autunno. Ma sono sempre molto scaramantico sui romanzi che devo ancora pubblicare, perciò preferisco non dire nulla fino a quando avrò la certezza che è terminato. Ci ho messo otto anni a scriverlo. Penso che qualsiasi libro per diventare un buon libro abbia bisogno anche di un po' di "stagionatura". Una volta scritto va lasciato lì, poi ripreso e rivisto, poi lasciato ancora un po' a stagionare. Io lo faccio sempre, magari durante la stagionatura scrivo altri libri...


Francesca Visentin | «Corriere del Veneto», 3 marzo 2014

Emmanuel Carrère

Original:

Francesca Visentin

Emmanuel Carrère a Cortina: «Racconto le vite degli altri»

// «Corriere del Veneto» (it),
3 marzo 2014