»LIMONOW«


von
Emmanuel Carrère



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«Limonov» — vita romanzesca di un’esistenza reale

Claudia

«Chi vuole restaurare il comunismo è senza cervello. Chi non lo rimpiange è senza cuore» — Vladimir Putin.

Inizia con questa citazione Limonov di Emmanuel Carrère.

La biografia di Eduard Veniaminovič Savenko (vero nome di Limonov) sembra più un romanzo che la narrazione di una vita realmente vissuta. Fin dal prologo Carrère, con la sua scrittura fluida ed accattivante, ci dice: «Fatico a conciliare queste immagini: lo scrittore teppista che ho conosciuto un tempo, il guerrigliero braccato, l’uomo politico responsabile, la star a cui le rubriche di gossip dedicano articoli entusiasti». E non cita nell’elenco: il sarto a Char’kov e Mosca, il barbone e il maggiordomo nella NYC di take a walk on the wild side, lo scrittore scandaloso ed incensato maître-à-penser nella Parigi degli anni 80, l’osannato scrittore nella Russia della Perestrojka che lui disprezza, il leader del partito Nazional Bolscevico (??!?!) e del relativo giornale «Limonka» (= granata in russo; da cui il suo nome d’arte) per salvare la Russia dalla spregiudicata deriva oligarchica post-comunista, il carcerato politico che pratica studio e meditazione e in ultimo ancora il leader in un nuovo partito di opposizione al nuovo zar Putin a fianco del famoso campione di scacchi Kasparov. Per non parlare della sua vita amorosa e sessuale, anche quella sempre spinta agli eccessi.

Insomma, c’è materiale per non annoiarsi, ma c’è anche un’abbondanza di episodi che per fortuna non sconfina in un eccesso di aneddoti. Carrère riesce a contenere tutto questo materiale, come se si trattasse di un lunghissimo reportage che ha la scorrevolezza di un bel romanzo. Limonov è sicuramente un testo che invita alla trasposizione cinematografica, forse anche perché Emmanuel Carrère è sceneggiatore oltre che scrittore e giornalista. Nelle sue molteplici vite Limonov cerca proprio di uscire dalle retrovie, di trovare un modo per distinguersi, non sempre attraverso cause ed opinioni coerenti o condivisibili, comunque alla ricerca costante di una vita lontana il più possibile da piattezza e monotonia. Quasi Eduard sapesse, vivendola, che la sua biografia, a leggerla, sarebbe parsa più un romanzo che la narrazione di un’esistenza reale.

Sicuramente il suo periodo più buio e controverso è quello dell’appoggio attivo ai serbi nella guerra dell’ex Jugoslavia : qui partecipa anche ad azioni di guerriglia, che tanto aveva agognato fin da piccolo. Come se la guerra fosse per lui un’esperienza che un uomo adulto deve in un qualche modo affrontare direttamente e che ben fa il paio con la sua idea che un uomo debba uccidere, almeno una volta nella vita. Difficilmente condivisibile ma assolutamente coerente in Limonov.

Limonov attraversa oltre 50 anni di storia e la sua biografia ci ricorda quanto questi anni siano stati densi di eventi che hanno cambiato non solo la Russia nel suo passaggio dal Comunismo a quella finta democrazia che è oggi, ma la Storia del mondo intero e dei suoi equilibri. E in tutto questo raccontarci di Eduard, Carrère ci fa appassionare alle sue azioni, a suoi stati d’animo alle sue frustrazioni, alle sue paure e ai suoi desideri di gloria, come faremmo con un qualsiasi personaggio di fiction ben delineato in un romanzo ben scritto.

Limonov è ancora oggi una voce forte del panorama di opposizione a Putin, tanto che anche successivamente alla pubblicazione di questo libro, è stato arrestato più volte ed è ormai da anni costretto a vivere in diversi appartamenti a Mosca, sotto la scorta di quei ragazzotti che lo idolatrano come un semidio.

Putin stesso rappresenta una contraddizione per Limonov. Riferendosi infatti alla citazione di Putin ad inizio del romanzo/biografia, Carrère di dice in una delle ultime pagine «è una frase che in Russia parla al cuore di tutti, a partire da Limonov il quale, se si trovasse al posto di Putin, certamente direbbe e farebbe tutto quello che Putin dice e fa. Ma Limonov non è al posto di Putin, e non gli resta che occupare quello, così incongruo per lui, di oppositore virtuoso, difensore di valori in cui non crede (democrazia, diritti umani e stronzate del genere) al fianco di persone oneste che incarnano tutto quello che lui ha sempre disprezzato».

Consiglio davvero questo testo, perché profondamente interessante per chi come me (anche se giovane al tempo) ha visto cambiare il mondo e il suo assetto dopo la caduta del muro prima e dell’impero sovietico poi, ma anche solo perché resta una bella avventura in cui immergersi.


«Letti una sera a cena…», 14.07.2014

Eduard Limonow

Original:

Claudia

«Limonov» — vita romanzesca di un’esistenza reale

// «Letti una sera a cena…» (it),
14.07.2014